2017 /

Progetto per Face to Face, residenza presso l’ex carecere mandamentale di Montefiascone (VT), a cura di Giorgio de Finis, in collaborazione con ArteLiberaTutti.

Reflussi di incoscienza – progetto per Face to Face the maieutic machine

Il progetto che ho pensato per Face to Face prende spunto dalla cosiddetta scrittura automatica teorizzata da Breton nei manifesti del surrealismo e che può avvenire in maniera cosciente, ma senza consapevolezza di quello che si sta scrivendo.

L’ospite, precedentemente bendato, viene accompagnato nella stanza e fatto sedere di fronte ad una scrivania sulla quale sono poggiati un foglio di carta bianca 50×70 e una grafite nera. Nei dieci minuti che passeranno insieme, l’artista leggerà a voce alta (scegliendole a caso da dieci moduli/frammenti precedentemente individuati), alcune pagine dell’Ulisse di Joyce, testo cardine per la genesi del romanzo moderno, in cui molte parti del racconto sono sviluppate secondo quella particolare tecnica di scrittura chiamata flusso di coscienza, tecnica narrativa consistente nella libera rappresentazione dei pensieri di una persona così come compaiono nella mente, prima di essere riorganizzati logicamente in frasi.

L’ospite cercherà di trascrivere quanto l’artista legge. Nei primi minuti cercherà di essere attento alla scrittura, ma già dopo un po’ sarà costretto dalla perdita momentanea del senso della vista, a fidarsi solamente del proprio istinto, cercando all’inizio di sforzarsi ostinatamente nel controllo della scrittura. Inutilmente, in quanto la stessa scrittura si farà deformante ed espressionista, alterata e fumosa, le righe si sovrapporranno fra loro, l’attenzione necessariamente calerà e l’esperienza si trasformerà nel corso dei minuti. Dal tentativo di seguire una logica fino all’inettitudine e alla frantumazione dell’esperienza stessa, arrivando quasi a una perdita di coscienza parziale di ciò che si sta facendo, il cui risultato sarà una sorta di ri-scrittura automatica dei flussi di coscienza joyciani, visibilmente un groviglio di segni solamente in parte decodificabili, ma dalla forza energetica evidente.

“Al di là da ogni preoccupazione estetica e morale” l’ospite sarà riuscito ad esprimere un proprio segno energetico libero, proveniente dal profondo e quindi assolutamente personale ed autentico.

Marcello Mantegazza

Resoconto finale dell’esperienza per il libro/catalogo Face to Face – the maieutic machine, a cura di Giorgio de Finis, Bordeaux Edizioni Roma

Ci sono esperienze così forti, emotivamente coinvolgenti, come quella vissuta nell’ex carcere mandamentale di Montefiascone nell’ambito di face to face, che ritornare alla realtà ti infastidisce quasi, sto pensando di essere ancora in cella, col ritmo serrato degli ospiti e con l’azione che svolgiamo insieme, sto pensando che il caffè che sto bevendo al bar in questo istante, la radio, i rumori delle auto, anche questa città non esistono, non sono mai esistiti, sono falsi ricordi, un’illusione che mi è stata insinuata nel cervello, esiste solo la cella e sono ancora lì dentro e ci sono sempre stato. L’importante è sapere, poi fra qualche minuto l’illusione guadagnerà di nuovo terreno e mi ritroverò invischiato nella quotidianità. Ma per pochi istanti di lucidità saprò di essere ancora lì dentro. L’importante è sapere.
Marcello Mantegazza

Alcuni degli oltre 50 documenti prodotti nei due giorni di reclusione dagli ospiti che, di volta in volta, ogni dieci minuti e per la durata di dieci minuti, sono stati chiusi in cella con l’artista.