2018 /

frottage dal Monumento ai Caduti della prima e seconda guerra mondiale di Muro Lucano (Pz). Site specific.

Italia Chiamò

La memoria, lo scorrere del tempo e la sua sistematizzazione, l’attitudine al catalogo, alla lista, al censimento, all’inventario, peculiari argomenti d’investigazione dell’autore, sussistono in questa opera, dal titolo “Italia chiamò”. Il frottage, tecnica di disegno e pittura basata sul principio dello sfregamento riportata in auge dai Surrealisti, del monumento ai caduti di Muro Lucano (Pz) restituisce una lunga lista di nomi, riaffioranti sui fogli di carta tramite l’utilizzo della grafite, allo stesso modo di un’immagine che prende velocemente forma e consistenza all’interno di una camera oscura, ed è volto ad anatomizzare il concetto di tempo e di memoria, attraverso la poetica enciclopedica dell’artista, portata a riflettere sul senso e sulla qualità – anche estetici – della catalogazione.
“Mantegazza attiva campionari privati che tradiscono una sua passione per gli inventari: di fotografie, per esempio, ma anche di ritratti di persone, di appunti, oggetti… Egli è attratto dalle elencazioni di nomi, di date significative […] Quest’apparentemente onnivora attenzione per ogni promemoria ed enumerazione è collegata da una necessità dell’artista di ricopiare, scrivere o disegnare una serie di contenuti, di testi e di componenti anche grafico-visivi su album, taccuini, agende e altri supporti tradizionali – cartacei e comunque analogici – al fine di memorizzare il dato di partenza, di studiarlo e possederlo contemporaneamente.
Di sradicarlo dal non luogo dell’indistinto, dell’indifferenza o, peggio, del rumore di fondo. In questa sua pratica non v’è un’indagine sull’ordine e sul controllo ma una considerazione sul fluire di eraclitiana memoria (πάντα ῥεῖ ὡς ποταμός) e in questo lungo scorrere egli non vuol rischiare di perdere nulla delle cose del mondo e della vita”. Barbara Martusciello.
I monumenti ai caduti della prima e seconda guerra mondiale punteggiano il territorio italiano segnando una sorta di drammatica geografia della memoria, e perseguono quella ricerca di senso che da sempre anima il procedere degli esseri umani. Per le generazioni che hanno vissuto la guerra avevano sì un significato politico, civile, artistico ed estetico, ma anche, senza dubbio, un importante significato strettamente “esistenziale”. Da qui l’interesse dell’artista verso di essi, nel tentativo di appropriarsi, pur in maniera fugace e con l’espediente del frottage, di un dispositivo di senso così forte e potente e nello stesso tempo destinato all’oblio.